È il centro principale della Barbagia settentrionale, che infatti un tempo era detta Barbagia di Bitti. L’allevamento ne ha fatto punto di riferimento nella produzione lattiero-casearia (in particolare di pecorino), una tradizione raccontata nel museo della Civiltà contadina e pastorale, allestito in una casa padronale nel centro del paese. Il paese fa parte del club dei Borghi autentici d’Italia e si trova a oltre 500 metri d’altitudine in una valle circondata da rilievi. Ha origini...
È il centro principale della Barbagia settentrionale, che infatti un tempo era detta Barbagia di Bitti. L’allevamento ne ha fatto punto di riferimento nella produzione lattiero-casearia (in particolare di pecorino), una tradizione raccontata nel museo della Civiltà contadina e pastorale, allestito in una casa padronale nel centro del paese. Il paese fa parte del club dei Borghi autentici d’Italia e si trova a oltre 500 metri d’altitudine in una valle circondata da rilievi. Ha origini lontane: è citato per la prima volta nel 1170 come Bitthe. Il primo nucleo risale a epoca romana, mentre il suo territorio fu abitato dalla preistoria. Il villaggio-santuario di su Romanzesu ne è la massima testimonianza: dimensioni, complessità e originalità architettonica ne fanno un’inestimabile eredità della civiltà nuragica. Le grandi e basse case in pietra di Bitti sono disposte ad anfiteatro e si intersecano in vicoli stretti. Popolato oggi da tremila abitanti, il borgo si è sviluppato intorno alla chiesa parrocchiale di san Giorgio martire. Da SardegnaTurismo.it